I servizi specialistici in ginecologia e ostetricia

La dottoressa Erica Stampone: Eccellenza in cure ginecologiche e ostetriche a Campobasso per la tua salute.

In questa sezione voglio condividere con voi le nozioni essenziali sulle principali prestazioni specialistiche ostetrico-ginecologiche, alcune delle quali tratte dalla sezione dei consensi informati presente sul sito della SIEOG (Società Italiana di ecografia ostetrica e ginecologica e metodologie biofisiche).

Buona lettura !


Ecografia ginecologica:

Che cosa è l’ecografia ?

L’ecografia è una tecnica che consente di vedere gli organi del nostro corpo con l’utilizzo di onde sonore ad alta frequenza (ultrasuoni, non udibili dall’orecchio umano) che attraversano i tessuti e producono echi che sono trasformati in immagini sul monitor dell’ecografia.

Quando si esegue? È un esame doloroso? 

L’esame ecografico ginecologico ed in particolare quello eseguito per via trans-vaginale può essere eseguito in ogni momento del ciclo mestruale o in menopausa; a volte è opportuno effettuare l’ecografia in un particolare periodo del ciclo.
L’ecografia ginecologica rappresenta un esame generalmente indolore (al massimo può causare un lieve fastidio), privo di effetti collaterali e non richiede una particolare preparazione della paziente.

A cosa serve?

Si tratta di un esame ecografico dell’apparato genitale femminile interno (utero e annessi ovvero tube e ovaie). 

Che cosa è l’ecografia ginecologica?

L’esame può avere molteplici finalità, ad esempio: identificare condizioni patologiche anatomo/funzionali dei genitali interni femminili, identificare condizioni anatomiche a rischio oncologico, il monitoraggio delle pazienti sottoposte a terapie mediche/chirurgiche, rilevare modificazioni eventuali di organi e strutture pelviche conseguenti a processi patologici dell’apparato genitale.

Come si esegue?

L’ecografia ginecologica può essere effettuata in tre modi:
1) Ecografia trans-vaginale: esame effettuato dopo svuotamento della vescica introducendo una sonda all’interno della vagina coperta da un guanto o un involucro apposito monouso. Essa rappresenta la modalità di effettuazione più indicata nella maggior parte delle condizioni cliniche.
2) Ecografia trans-addominale: esame effettuato dopo adeguato riempimento vescicale appoggiando la sonda sull’addome, soprattutto in presenza di condizioni particolari (es. paziente virgo, stenosi vaginale) o in caso di quesiti specifici come in presenza di voluminose cisti ovariche non completamente valutabili per via trans-vaginale o trans-rettale.
3) Ecografia trans-rettale: esame effettuato dopo lo svuotamento della vescica introducendo una sonda all’interno del canale anorettale coperta da un guanto o da un coprisonda monouso. L’ecografia trans-rettale consente una valutazione dell’apparato genitale interno con buona risoluzione e rappresenta una alternativa all’approccio transvaginale in caso di specifiche condizioni cliniche (paziente virgo, stenosi vaginale, pregressa terapia radiante…).

Quali sono i limiti dell’esame?

L’ecografia ginecologica ha dei limiti: nel 10% circa degli esami ecografici l’endometrio non sarà visualizzabile; nella post-menopausa è possibile non riuscire ad evidenziare le ovaie. L’accuratezza dell’ecografia ginecologica, anche se condotta nelle migliori condizioni operative, non è del 100%; l’esame è limitato da determinate condizioni cliniche come la paziente obesa, l’utero in asse, la presenza di intenso meteorismo intestinale, la presenza di voluminosi fibromi uterini che possono impedire una corretta visualizzazione dell’endometrio e delle ovaie. Sebbene l’ecografia trans-vaginale sia una metodica accurata nella diagnosi differenziale fra neoformazioni benigne e maligne, l’impiego di tale esame nello screening delle neoplasie ginecologiche non è attualmente supportato da dati scientifici validi.
Lo screening per tumore ovarico, non raccomandato nella popolazione generale, è invece suggerito nella popolazione femminile ad alto rischio eredo-familiare (mutazione a carico dei geni BRCA 1-2 e Sindrome di Lynch) in caso di rifiuto o controindicazione alla chirurgia profilattica.

Dopo l’esame possono rendersi necessari ulteriori approfondimenti?

A discrezione del medico l’esame potrebbe essere completato con una ecografia trans-addominale. Talvolta può essere utile ripetere l’esame a distanza di tempo, al fine di valutare l’evoluzione dei reperti ecografici rilevati o integrare i risultati con quelli di altre metodiche di diagnostica per immagine (TAC, RMN, PET…) o esami di laboratorio (dosaggio markers tumorali, dosaggi ormonali, valutazione degli indici infiammatori).


In cosa consiste ?

Prevede l’esplorazione visiva della vulva e la successiva introduzione in vagina di un piccolo divaricatore in plastica monouso (speculum), che permette di visualizzare il collo dell’utero. Rimosso il divaricatore, si procede all’esplorazione vaginale che consente al ginecologo di valutare le caratteristiche dell’utero e delle ovaie.

A cosa serve?

Serve a valutare lo stato di salute dei genitali interni ed esterni.

A cosa va accompagnata?

Alla visita ginecologica va sempre associata un’accurata anamnesi per poter comprendere le esigenze della paziente, dissipare eventuali dubbi e consigliare trattamenti personalizzati.

Quando si esegue?

È consigliabile sottoporsi a una visita ginecologica di controllo una volta l’anno, anche in assenza di sintomi. Nelle seguenti condizioni, è opportuno rivolgersi al proprio ginecologo subito, senza aspettare il controllo annuale:

  • Disturbi del ciclo mestruale (assenza del ciclo, forti dolori, irregolarità o ciclo abbondante);
  • Disturbi genito-urinari (cistiti, incontinenza urinaria, ritenzione urinaria, secchezza vaginale, dispareunia);
  • Prolasso genitale e della vescica : la visita uroginecologica consente di valutare il pavimento pelvico, stabilire l’entità del prolasso e decidere, in base alle esigenze della paziente, la strategia terapeutica migliore;
  • Infertilità : oltre alla visita ginecologica è indispensabile effettuare un colloquio con la coppia. Un’accurata anamnesi e la valutazione degli esami già eseguiti possono consentire allo specialista di identificare fin da subito la causa dell’infertilità e, in casi più complessi, di indirizzare la coppia ad un centro di fecondazione assistita;
  • Prescrizione della contraccezione ormonale.

Che cos’è l’ecografia?

L’ecografia è una tecnica che consente di vedere gli organi del nostro corpo con l’utilizzo di onde sonore ad alta frequenza (ultrasuoni, non udibili dall’orecchio umano) che attraversano i tessuti: quando esse arrivano al feto producono echi che sono trasformati in immagini sul monitor dell’ecografia.

Come si effettua l’esame?

L’ecografia ostetrica precoce viene eseguita preferibilmente per via trans-vaginale, come l’ecografia ginecologica (inserimento in vagina di sottile sonda con involucro monouso); in assenza di specifiche patologie, è un esame indolore (occasionalmente leggermente fastidioso) e privo di effetti collaterali. 

L’ecografia è innocua per il feto?

Gli ultrasuoni sono utilizzati nella pratica ostetrica da oltre trent’anni e non sono stati riportati effetti dannosi, anche a lungo termine, sul feto. Per tale ragione, con le procedure oggi adottate, l’uso diagnostico dell’ecografia è ritenuto esente da rischi. Prima di 10 settimane gestazionali è sconsigliato l’utilizzo del Doppler per la rilevazione dell’attività cardiaca. 

Perché è consigliato effettuare l’ecografia precoce del I trimestre?

Le indicazioni specifiche sono sintomi materni come perdite vaginali di sangue e/o dolore pelvico. Tuttavia, viene raccomandata in tutte le gravidanze anche in assenza di indicazioni specifiche, per la valutazione del numero dei feti, della loro vitalità, della sede intrauterina dell’embrione/feto e della corrispondenza dell’epoca gestazionale (datazione ecografica della gravidanza). 

Quando viene ridatata la gravidanza?

L’epoca gestazionale viene corretta ecograficamente sulla base della misura della lunghezza del feto, intesa come lunghezza dal suo corpo (escluse le gambe), ossia la lunghezza cranio-caudale o CRL, quando non sia disponibile una ultima mestruazione attendibile o quando venga riscontrata una differenza significativa (> 7 giorni) tra il valore del CRL osservato e quello atteso per l’epoca gestazionale basata sull’ultima mestruazione. 

Oltre alla datazione che altro può rilevare l’ecografia precoce del I trimestre? 

Come menzionato in precedenza, l’ecografia precoce del I trimestre può rilevare una gravidanza multipla, un aborto spontaneo, una gravidanza in sede anomala (p.e. gravidanza extra-uterina) oppure può evidenziare anomalie dell’utero e degli annessi uterini. Si rammenta che alcune condizioni patologiche come la gravidanza extrauterina e l’aborto spontaneo, possono solo essere sospettate in epoche gestazionali precoci e richiedere controlli ecografici successivi a breve termine associati ad esami di laboratorio. In caso di gravidanza multipla, è importante definire il numero dei sacchi amniotici (amnionicità) ed il numero delle placente (corionicità).

L’ecografia precoce del I trimestre permette di escludere tutti i problemi della gravidanza?

L’ecografia ostetrica precoce non può escludere altre problematiche della gravidanza oltre quanto specificato. Si fa presente che la diagnosi di eventuali patologie della gravidanza del I trimestre non sempre è effettuabile durante il primo esame ecografico e alcune di queste diagnosi non sono fattibili sempre con elevato grado di affidabilità (es. gravidanza extrauterina). 


Che cos’è l’ecografia?

L’ecografia è una tecnica che consente di vedere gli organi del nostro corpo con l’utilizzo di onde sonore ad alta frequenza (ultrasuoni, non udibili dall’orecchio umano) che attraversano i tessuti: quando esse arrivano al feto producono echi che sono trasformati in immagini sul monitor dell’ecografia. 

Come si effettua l’esame?

Tra 11+0 -13+6 settimane l’ecografia del I trimestre si esegue per via trans-addominale nella maggior parte dei casi. Anche se non si può escludere che sia necessario eseguire l’esame anche per via trans- vaginale.

Quali sono le finalità dell’ecografia tra 11+0 e 13+6 settimane?

Le principali finalità di questa ecografia sono la valutazione della vitalità fetale, la misurazione della translucenza nucale, la valutazione di base dell’anatomia fetale e, qualora la donna opti per lo screening per aneuploidie, la valutazione del rischio per le comuni trisomie nell’ambito del test combinato. Se non eseguito in precedenza, durante questa ecografia va valutata la corrispondenza dell’epoca gestazionale (datazione ecografica della gravidanza), il numero dei feti e, se la gravidanza è multipla, il numero dei sacchi amniotici (amnionicità) e delle placente (corionicità). 

In che cosa consiste la misura della translucenza nucale (NT)?

La misurazione della translucenza nucale dovrebbe essere eseguita in tutte le donne in gravidanza. Si tratta della misurazione dello spessore del tessuto sottocutaneo della regione nucale del feto, effettuabile fra 11+0 e 13+6 settimane gestazionali, che deve essere valutata, con la corretta metodologia e programmazione, in appropriati ambulatori da operatori certificati e sottoposti a controlli periodici di qualità. La translucenza nucale normale abbassa il rischio di anomalie fetali, viceversa se aumentata rappresenta un indicatore di rischio per patologie genetiche incluse le più comuni trisomie (es. trisomia 21, 18 e 13) e patologie malformative (anomalie strutturali cardiache o extracardiache). 

In che cosa consiste la valutazione di base dell’anatomia fetale nel I trimestre? 

Qualora eseguita, questa procedura permette di sospettare alcune malformazioni fetali maggiori e di riferire la gestante per un’Ecografia di Riferimento per una valutazione approfondita dell’anatomia fetale, la conferma o meno della sospetta patologia fetale e la successiva gestione. Tuttavia bisogna sottolineare che in questo stadio precoce della gravidanza la valutazione anatomica del feto è molto limitata e maggiormente condizionata da fattori come l’obesità o l’aumentato spessore della parete addominale. Bisogna sottolineare che l’ecografia di screening del II trimestre è caratterizzata da una maggiore accuratezza e rimane l’esame ecografico raccomandato per lo screening delle anomalie strutturali del feto.

In quali casi è necessaria una valutazione approfondita dell’anatomia fetale nel I trimestre?

In tutte le pazienti in cui l’esame di screening delle 11+0 e 13+6 settimane rilevi una translucenza nucale maggiore o uguale di 3,5 mm o una sospetta anomalia strutturale fetale, è necessario programmare una valutazione approfondita dell’anatomia fetale presso un Centro con operatori adeguati ad eseguire un’Ecografia di Riferimento.


Che cos’è l’ecografia?

L’ecografia è una tecnica che consente di vedere gli organi del nostro corpo con l’utilizzo di onde sonore ad alta frequenza (ultrasuoni, non udibili dall’orecchio umano) che attraversano i tessuti: quando esse arrivano al feto producono echi che sono trasformati in immagini sul monitor dell’ecografia. 

Quando e perché fare l’ecografia di screening del II trimestre? 

Le malformazioni fetali sono condizioni che complicano la gravidanza di 2-3 donne su 100. Tutte le donne in gravidanza condividono quindi questo rischio generico di avere un bambino affetto da malformazione fetale che viene chiamato “rischio della popolazione generale”. Questo è il motivo per cui tutte le donne vengono sottoposte in gravidanza ad esami ecografici di screening il cui scopo è quello di individuare, in una popolazione di feti apparentemente sani, quelli che sono a rischio di malformazione fetale al fine di offrire ad essi un percorso diagnostico idoneo. Tale indagine si esegue fra 19 e 21 settimane compiute di età gestazionale. Gli scopi per il quale tale accertamento viene proposto ed effettuato sono il controllo della vitalità del feto, dell’anatomia e del suo sviluppo. L’esame consente inoltre la valutazione della quantità di liquido amniotico e della localizzazione placentare. E’ possibile anche eseguire nel corso di questa ecografia una datazione ecografica della gravidanza nel caso in cui non sia stata effettuata una ecografia di datazione nel I trimestre.

Che cosa si vede con l’ecografia nel II trimestre di gravidanza?

Questo esame consente di ottenere la misura di alcune parti del corpo del feto ed i valori di tali misure vengono confrontati con quelli delle curve di riferimento per valutare se le dimensioni corrispondono a quelle attese per l’epoca di gravidanza. Nello stesso esame si visualizzano la sede di inserzione placentare, la quantità di liquido amniotico e la struttura dei principali organi e distretti anatomici del feto.

Come si svolge l’esame ecografico del II trimestre di gravidanza?

Il Medico effettua l’esame appoggiando una sonda sull’addome. Talora è necessario applicare una certa pressione per ottenere immagini nitide. A volte l’esame non può essere effettuato in modo esaustivo a causa di una posizione fetale persistentemente sfavorevole o della cattiva visualizzazione di alcuni organi (es. stomaco o vescica vuoti). In questi casi è necessario ripetere l’ecografia dopo qualche ora o giorno per completare lo studio del feto. Nel caso in cui venga evidenziato un reperto sospetto il medico esaminatore potrebbe richiedere una valutazione ulteriore presso un centro di riferimento per lo studio delle anomalie del feto (Ecografia di Riferimento). Peraltro in un buon numero di casi un reperto sospetto all’ecografia di screening può rivelarsi non patologico all’esame di approfondimento. 

È possibile rilevare con l’ecografia malformazioni fetali? 

A parte rare eccezioni, non esistono anomalie fetali che sono individuabili sempre e con certezza. Dall’analisi dei dati italiani disponibili emerge che solo il 32% delle anomalie congenite viene identificato in epoca prenatale nel II e III trimestre. Pertanto, per i limiti intrinseci della metodica, è possibile che alcune anomalie fetali, anche gravi, non vengano identificate in epoca prenatale. La possibilità di individuare una anomalia non dipende necessariamente dalla gravità del difetto ma dalle sue dimensioni e dalla più o meno evidente alterazione dell’immagine ecografica che ne risulta. L’accuratezza dello studio ecografico nella individuazione delle anomalie fetali può essere limitata dalla sfavorevole posizione del feto in utero, dalla ridotta quantità di liquido amniotico e dalla presenza di altri fattori quali cicatrici addominali, gemellarità, nodi di mioma e scarsa penetrazione degli ultrasuoni attraverso la parete addominale materna (condizione frequente nelle gestanti obese). Inoltre, un gruppo di malformazioni a carico di ciascun distretto anatomico del feto (cosiddette evolutive) può comparire solo in epoca di gravidanza avanzata o addirittura dopo il parto e non essere perciò rilevabile nel corso dell’esame ecografico di screening effettuato nel II trimestre. Per tutti questi motivi, anche se un esame ecografico di screening del feto nel II trimestre si conclude con un esito normale (evenienza che si verifica nella maggior parte dei casi) non è possibile essere del tutto certi che in quel neonato non saranno presenti malformazioni congenite.

È possibile con l’ecografia sospettare anomalie genetiche? 

Non è compito dell’ecografia di screening del II trimestre l’individuazione delle anomalie genetiche (cromosomiche e non). Infatti non tutte le malattie genetiche presentano malformazioni rilevanti ed evidenziabili all’esame ecografico.

L’ecografia è innocua per il feto? 

Gli ultrasuoni sono utilizzati nella pratica ostetrica da oltre trent’anni e non sono stati riportati effetti dannosi anche a lungo termine, sul feto. Per tale ragione, con le procedure oggi adottate, l’uso diagnostico dell’ecografia è ritenuto esente da rischi.


Che cos’è l’ecografia?

L’ecografia è una tecnica che consente di vedere gli organi del nostro corpo con l’utilizzo di onde sonore ad alta frequenza (ultrasuoni, non udibili dall’orecchio umano) che attraversano i tessuti: quando esse arrivano al feto producono echi che sono trasformati in immagini sul monitor dell’ecografia. 

Perché fare l’ecografia del III trimestre? 

Gli scopi per il quale tale accertamento viene proposto ed effettuato sono la valutazione della crescita fetale, della quantità di liquido amniotico e della localizzazione placentare. Nella popolazione a basso rischio l’ecografia del III trimestre ha una buona performance, superiore a quella della misura sinfisi fondo, nell’identificare feti con restrizione di crescita o feti grandi per l’epoca gestazionale e può diagnosticare anomalie strutturali ad insorgenza tardiva. Tuttavia, al momento, i dati presenti in Letteratura sono insufficienti a dimostrare se l’esecuzione dell’ecografia nelle gravide senza fattori di rischio comporti un chiaro miglioramento in termini di morbilità e mortalità perinatale. Nella popolazione ad alto rischio per problematiche di crescita fetale, l’ecografia del III trimestre permette di identificare alterazioni dell’accrescimento fetale e/o anomalie del liquido amniotico. In questa popolazione, potrebbe rendersi necessaria anche una valutazione della velocimetria Doppler dei distretti utero-placentari e/o fetali, a seconda dell’epoca gestazionale e della patologia sottostante. Nelle donne con sospetta localizzazione anomala della placenta è indicata l’esecuzione di una ecografia trans-vaginale per la diagnosi di placenta previa o placenta bassa. Nei casi di sospetto accretismo placentare (invasione anomala della placenta) è indicato un inquadramento più approfondito presso i centri con adeguata esperienza in tale valutazione.

Che cosa si vede con l’ecografia nel III trimestre di gravidanza?

Nel III trimestre si effettuano misurazioni di alcune strutture del feto, ed i valori di tali misure vengono confrontati con quelli delle curve di riferimento per valutare se corrispondono a quelle attese per l’epoca di gravidanza. In questo stesso periodo si visualizzano la sede di inserzione placentare, la quantità di liquido amniotico ed alcuni organi fetali. Tra i fattori che limitano l’esame ecografico vi sono l’obesità materna, la presenza di cicatrici addominali, fibromatosi uterina, liquido amniotico ridotto, la posizione fetale sfavorevole e l’esecuzione dell’esame nelle gravidanze gemellari. Non sempre l’esame può essere effettuato in modo completo al primo tentativo e questo non vuol dire che ci siano dei problemi. È possibile che la condizione di alcuni organi (es. stomaco o vescica vuoti) non consentano il completamento dell’indagine al primo tentativo: questo potrebbe richiedere un ulteriore tentativo nel corso della stessa seduta o anche nel/i giorno/i successivo/i. Nel caso in cui venga evidenziato un reperto sospetto il Medico ne discuterà con la persona assistita. È possibile che si renda opportuna una valutazione ulteriore presso un centro di riferimento.

È possibile rilevare con l’ecografia malformazioni fetali nel III trimestre?

Il riconoscimento delle malformazioni non è un obiettivo specifico dell’ecografia del III trimestre. Nella popolazione a basso rischio, l’ecografia può identificare anomalie strutturali congenite non diagnosticate precedentemente o che per la loro natura evolutiva si manifestano solo nel III trimestre di gravidanza. La valutazione ecografica verrà rivolta al ventricolo cerebrale distale più facilmente visibile, alle 4 camere cardiache, allo stomaco, ai reni e alla vescica. Non è sempre possibile valutare correttamente questi organi per limiti legati allo studio ecografico nel corso dell’ultimo trimestre di gravidanza. Inoltre un certo numero di malformazioni a carico degli organi studiabili nel III trimestre, a causa di una tendenza alla evolutività, possono non essere rilevabile anche nel corso di tale esame ecografico ed evidenziarsi solo dopo la nascita.

È sempre possibile rilevare un difetto o eccesso di crescita del feto o del liquido amniotico?

La crescita è un fenomeno dinamico per cui una certa percentuale di ritardi o di eccessi di crescita fetali o variazioni della quantità del liquido amniotico non sono rilevabili con questo esame ecografico per una successiva insorgenza dell’anomalia. Per tutti questi motivi ad un esame ecografico del III trimestre che si conclude con un esito normale (evenienza che si verifica nella maggior parte dei casi) non corrisponde sempre la certezza della nascita di un individuo non affetto da alterazioni della crescita o del liquido amniotico o di una regolare evoluzione della gravidanza. 

L’ecografia è innocua per il feto? 

Gli ultrasuoni sono utilizzati nella pratica ostetrica da oltre trent’anni e non sono stati riportati effetti dannosi anche a lungo termine, sul feto. Per tale ragione, con le procedure oggi adottate, l’uso diagnostico dell’ecografia è ritenuto esente da rischi.


Che cos’è la visita ostetrica?

È un’indagine completa che, durante la gravidanza, viene effettuata ogni mese a partire dalle 7-10 settimane, finalizzata alla identificazione di eventuali rischi sia per la donna in gravidanza che per il nascituro.

Cosa prevede?

Durante la visita ostetrica vengono rilevati:

  •  Dati anamnestici: notizie su patologie familiari, sulle malattie infettive contratte dalla madre(rosolia, parotite, toxoplasmosi ecc.), eventuali interventi chirurgici, allergie, trasfusioni di sangue, storia ostetrica e ginecologica ed informazioni sullo stile di vita.
  •  Pressione arteriosa, altezza e peso corporeo.
  •  Condizioni del collo dell’utero (esplorazione vaginale).

Inoltre, durante la visita vengono prescritti gli esami ematochimici e delle urine a cui la madre dovrà sottoporsi mensilmente per il monitoraggio della gravidanza.